L’agricoltura assorbe il 5,0% del valore aggiunto regionale (più alta delle regioni del mezzogiorno dove la media è pari al 3,8% e quella italiana al 2,1%). Il 10,9% degli occupati sono riconducibili al settore agricolo. La Basilicata è la prima regione in Italia per numero di aziende e valore aggiunto generato dal settore agroalimentare sul totale della Regione e la seconda Regione per numero di occupati nel settore agroalimentare sul totale degli occupati.

Tutelare e valorizzare l’agricoltura lucana e la sua straordinaria biodiversità è un atto necessario per una Basilicata più sostenibile. Negli ultimi 5 anni si è avuta una riduzione del 30% dell’utilizzo dei fitofarmaci nella pratica agricola, grazie al finanziamento per il quinquennio del 100% delle domande relative alle pratiche agricole di Biologico, Integrato e Sodo, che investono un totale di oltre 140.000 ettari dei circa 560.000 della Sau regionale.

Il sostegno alla produzione agricola biologica attraverso gli strumenti messi a disposizione del Psr Basilicata ha visto un investimento di oltre 85 milioni di euro. Oggi gli ettari coltivati a biologico sono oltre 100.000 (erano poco più di 40.000 nel 2013), tanto da essere, nel 2017 tra le prime regioni in Italia per incremento sia di ettari (+92,63%) che di operatori. Questo trend continua, registrando oggi un aumento di ettari coltivati a biologico pari al 32,22% sul 2017 (Dati Sinab). La pratica agricola integrata che prevede un basso e controllato uso di fitoformaci è stata sostenuta con oltre 4 milioni di euro, mentre per accrescere la fertilità dei suoli sono stati destinati oltre 13.4 milioni di euro, in cinque anni, per l’agricoltura conservativa meglio conosciuta come sodo. Siamo tra le regioni italiane con il più grande e vario patrimonio di biodiversità vegetale e animale e oltre 668.000 Euro sono stati destinati per progetti di conservazione della biodiversità.  

Questo percorso virtuoso di sostegno dovrà essere incentivato perché la Basilicata per le sue peculiari caratteristiche ambientali, è terra vocata e predisposta al biologico e a produzioni di qualità, che oggi risultano essere sempre più apprezzate dai consumatori attenti anche alla salute. La Basilicata agricola dovrà essere posizionata in un mercato in forte crescita che riconosce il reddito agli agricoltori. Bisogna ripensare il sistema si sostegno economico rivendicando una nuova politica dell’Europa incentrata sui prodotti piuttosto che sulla proprietà estensiva, riformando il sistema Agea e recuperando maggiore autonomia della regione.

Occorrerà contrastare fenomeni come l’abbandono delle terre e quello dello spopolamento nella nostra regione, soprattutto nelle aree interne. L’agricoltura offre opportunità da cogliere e lo dimostrano i dati Istat più recenti. Grazie alla spinta al ricambio generazionale, l’incidenza del numero delle imprese agricole con età inferiore ai 35 anni rispetto al numero totale delle imprese del comparto si attesta oggi al 10,6%, con una variazione in aumento, e questo dato si posiziona al di sopra della media nazionale, ferma al 7,3%. Negli ultimi 3 anni il numero di occupati nell’agroalimentare in Basilicata è cresciuto del 7%. 

I giovani dovranno essere una priorità assoluta. A loro vanno destinate ancora più risorse, al fine di farli rimanere nella nostra regione, incentivando l’auto-impresa nei settori strategici di Agricoltura, Ambiente e Turismo.

Aumentare l’occupazione è possibile solo se il sistema delle imprese diventa più competitivo e capace di ridurre i costi, ottimizzare le produzioni, creare valore aggiunto, incrementare quote di mercato superando la concorrenza. Recependo, nella maniera più ampia possibile, e rafforzando la scelta di puntare sulle filiere si potrà mettere in atto un modello organizzativo necessario per sviluppare l’intero settore dell’agroalimentare e capace di tenere insieme in un unico progetto produttori, trasformatori, rete della distribuzione e della commercializzazione. In questo modo si creerà una catena del valore dalla quale tutti gli attori coinvolti possono ricavare redditività.

Occorre continuare a lavorare per reperire le risorse utili ad incentivare la costituzione delle filiere. 

La piattaforma logistica dell’agroalimentare a Ferrandina dovrà essere una delle priorità e dovrà trovare nello strumento ZES la propria legittimazione e attuazione delle connessioni tra Porto di Taranto e Val Basento, diventando elemento centrale nelle politiche di sviluppo del mezzogiorno, del mediterraneo e dell’area del Metapontino in particolare.

Un ulteriore contributo all’incremento del reddito alle famiglie lucane è stato messo in campo attraverso una riforma strutturale del comparto forestale regionale che si attendeva da oltre 30 anni. Oggi, finalmente siamo arrivati alla platea unica regionale di circa 4.200 unità, gestita da un solo ente e che lavora su un unico progetto. Sono state effettivamente incrementate le giornate per tutti gli addetti raggiungendo così livelli occupazionali pari a 151 giornate CAU con un incremento delle risorse destinate alla forestazione regionale per circa 4.5 milioni di euro annui.

Bisognerà portare a compimento il turn over per oltre 500 addetti nei prossimi 3 anni in sostituzione dei pensionamenti previsti. Non meno del 10% devono essere tecnici e laureati in materie agro/forestali. Una parte della platea degli addetti forestali, circa 1200 unità (800 a Potenza e 400 a Matera) dovrà essere utilizzata per il ripristino della rete dei cantonieri provinciale, a presidio e manutenzione del reticolo della viabilità provinciale regionale.