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Le economie delle regioni del Sud, specialmente di quelle a minore dimensione demografica, sono quasi totalmente a dipendenza del settore pubblico, nel senso che il pubblico è la maggiore azienda erogatrice di servizi che opera sul territorio e da come opera, dalla virtuosità che riesce ad esprimere, dalle buone prassi che riesce a creare, può contribuire notevolmente allo sviluppo virtuoso dell’intero territorio.

L’efficienza della struttura amministrativa è dunque il punto di partenza del lavoro che la nuova legislatura si deve dare, attraverso la rivisitazione delle strutture dipartimentali, la semplificazione e la riduzione dei tempi di lavoro e l’introduzione di nuovi doveri per la dirigenza legati al pieno coinvolgimento di tutte le forze di lavoro, alla delega progressiva di responsabilità ai quadri, alla creazione di un clima di lavoro rispettoso delle professionalità, ossequioso del merito , aperto al contributo progettuale di tutti.

Un’amministrazione siffatta deve ripensare il rapporto con i cittadini anche in forme nuove e diverse. L’esperienza passata delle Urp non è riuscita a dare risposte all’utenza che non fossero interlocutorie e insoddisfacenti. La comunicazione, per essere efficace, deve svolgersi nella doppia direzione dell’informazione e della conoscenza da parte del pubblico e dell’ascolto dei cittadini con strumenti nuovi sia di tipo informatico che di presenza istituzionale capace di raccogliere umori, disagi, contributi e proposte. Da più parti si è lamentato che la perdita di credibilità della politica è dovuta alla interruzione del dialogo tra partiti e cittadini. Anche le Istituzioni in questo senso debbono recuperare credibilità facendo la loro parte per avvicinarsi sempre più ai cittadini.

Quando parliamo dei cittadini lucani, parliamo anche della grande risorsa rappresentata dai nostri corregionali all’estero, che sono una risorsa per la regione, come alcune esperienze di investimenti in Basilicata da parte di emigrati o dei loro discendenti dimostrano. E’ uno sguardo permanente che dobbiamo rivolgere a loro, soprattutto ora che i mezzi di comunicazione ci consentono di aprire un dialogo a largo spettro che non è solo fatto di ricordi e di memorie ma anche di relazioni e di scambi. I Lucani nel Mondo, l’altra Basilicata da sostenere e riconoscere sempre più con le sue terze e quarte generazioni, memoria ed esempio, garanzia di futuro per la nostra regione.

Quando parliamo del buono che c’è, ci riferiamo anche a quanto accade sul fronte della immigrazione, ove la Basilicata è stata protagonista nella politica di alternativa ai centri di accoglienza e nella lotta al caporalato, attraverso numerose iniziative che sono state replicate in altre parti d’Italia. Una politica fatta di lotta al caporalato, di integrazione dei migranti nelle realtà più sofferenti dal punto di vista demografico e nelle buone pratiche di utilizzazione del lavoro dei migranti in servizi di pubblica utilità. Ferma restando l’esigenza generale di drenare e disciplinare l’accoglienza dei migranti in un sistema di compartecipazione europeo, si ha l’obbligo di evitare di mettere sulla strada persone che si trovano in grandi difficoltà e che se non aiutate rischiano di diventare manovalanza gratuita della criminalità organizzata. Le tensioni non vanno alimentate perché aggravano i problemi anziché risolverli.

In questa direzione deve esaltarsi il ruolo dei Sindaci come cerniera di dialogo tra la regione ed i cittadini, anche con assemblee periodiche alle quali far confluire tutti i soggetti interessati. Le esperienze delle precedenti legislature vanno recuperate ed intensificate come mezzo di raccordo tra Amministrazione pubblica e popolazione. Così come il modello relazionale deve migliorarsi nel rapporto con le rappresentanze sociali, imprenditoriali, con i portatori di interesse pubblico, con le associazioni che operano nel sociale e che sono in prima linea rispetto ad emergenze e a difficoltà.

Il modello partecipativo generale trova nella programmazione il suo strumento principe. Ogni territorio dovrà essere messo in grado di capire che cosa la Istituzione sta facendo e progettando in una visione di lungo periodo che apra lo scenario delle possibilità individuali e crei una prospettiva dinamica di sviluppo.

Resta fermo che la fiducia della popolazione la si conquista con un comportamento generale della massima Istituzione legato al buon esempio, alla correttezza, alla difesa dei diritti di tutti, alla esclusione di ogni atteggiamento che richiami eccezioni o privilegi, clientelismo o difese di casta.