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Il lavoro rappresenta la priorità assoluta.

Siamo entrati in un nuovo periodo di rallentamento dell’economia nazionale che in parte sta annullando i progressi fatti nel Paese. Le ragioni sono determinate da incertezze esterne connesse al mercato globale e al ritorno a politiche protezionistiche, e da incertezze interne legate ad una politica governativa frutto di compromessi tra forze che la pensano diversamente. Tutto questo apre inquietanti scenari circa una nuova possibile fase recessiva nella i lavoratori e le famiglie delle aree economie e sociali più deboli sono quelle che pagheranno il conto più salato. Se il Governo centrale non mette in campo da subito misure di sostegno agli investimenti il futuro economico sembra essere pieno di insidie. Gli effetti, ad oggi misurabili, del decreto dignità, messo in campo dal governo attuale, sembrerebbero non essere positivi lungo tutto il paese e ancora una volta generando disuguaglianze e differenze tra Nord e Sud. I dati relativi al periodo luglio-dicembre 2018 forniti da Assolavoro, l’associazione nazionale di categoria delle agenzie del lavoro, rilevano che se i lavoratori a tempo indeterminato con contratti in somministrazione crescono di 11.298, quelli con un contratto a termine si riducono di 50.338. Il risultato è che ci sono 39mila occupati in meno (-8,5 per cento) in sei mesi. A ciò si aggiungono le stime sui contratti a termine non rinnovati che sembrerebbero ammontare ad oltre 200 mila.

Tali effetti non hanno lasciato, indubbiamente, immune la nostra regione dove negli ultimi mesi si registra, tra l’altro, che molte imprese invece di assumere, a causa delle casuali imposte dal decreto, preferiscono attivare contratti di lavoro in leasing per il tramite delle agenzie del lavoro interinale.

I dati forniti dall’Istat rilevano che in Basilicata i disoccupati, sono 26.500, cui vanno aggiunti altri 22.500 lavoratori scoraggiati, che non cercano nemmeno più impiego. Il tasso di disoccupazione giovanile è al 38%.

Nelle legislature precedenti sono state messe in campo molte delle risorse disponibili per creare nuove opportunità di investimento e incrementare la domanda di lavoro. Non sempre si è registrata una ottimale risposta da parte delle diverse categorie produttive, forse anche a causa di un eccesso di burocrazia e scarsa propensione alla fuoriuscita dal nanismo aziendale. Per i giovani è necessario continuare a puntare a specifiche misure di incentivazione all’autoimprenditorialità e al lavoro autonomo e professionale, a nuove e più innovative misure di sostegno alla occupazione implementando servizi e sistemi formativi permanenti per lavoratori e piccoli imprenditori che vanno sostenuti nei processi di innovazione continua. Il pacchetto CreOpportunità per favorire la creazione e l’accompagnamento di imprese start up e le libere professioni, con una dotazione finanziaria di 31 Meuro, ha registrato una partecipazione inaspettata, con oltre 2000 proposte imprenditoriali candidate in due anni di apertura dello sportello, evidenziando una forte “voglia del sapere e del fare” soprattutto delle nuove generazioni lucane. Il passo successivo deve essere però quello di sostenere l’aspirazione alla piccola imprenditorialità con misure strutturali permanenti, prevendo degli strumenti finanziari con modalità a sportello combinati con l’incentivo in conto impianti e caratterizzati da un effetto rotativo (microcrediti, piccoli prestiti, venture capital) prevedendo un rimborso da parte dei beneficiari che potranno essere riutilizzati per ulteriori investimenti da parte delle imprese, generando in tal modo un utile effetto leva. A tal proposito, oltre al Fondo esistente per il Microcredito rivolto alla creazione di impresa da parte di disoccupati e alla crescita di imprese sociali e di Enti del Terzo settore, vanno creati due ulteriori fondi: un Fondo per il ricambio generazionale nell’artigianato e nel commercio; un Fondo per l’erogazione di piccoli prestiti per lo sviluppo e l’innovazione delle micro, piccole e medie imprese esistenti che non riescono ad accedere al credito. Inoltre, per sostenere la creatività del capitale intellettuale ad alto contenuto tecnologico delle nostre giovani eccellenze lucane, proporremo un Fondo per lo Sviluppo delle Imprese Innovative per la partecipazione al capitale di imprese start up e di spin off con apporto al fondo di capitale da investimenti privati.

Sarà importante rivedere la normativa regionale sull’apprendistato, al fine di renderlo più snello ed appetibile per le imprese, considerandolo come il canale fondamentale attraverso il quale creare lavoro stabile. Secondo Confartigianato, in Basilicata soltanto il 5,9% delle nuove assunzioni di giovani avviene tramite tale contratto, e ciò richiede l’avvio di specifici incentivi, il sostegno ai processi formativi dell’apprendista all’interno dell’impresa, con particolare attenzione alle PMI ed alle attività artigianali, anche tramite la concreta attivazione delle botteghe-scuola, che vorrebbero contribuire a tramandare le tecniche artigianali altrimenti a rischio scomparsa, e che potrebbero essere collegate anche all’assolvimento dell’obbligo formativo in materia di apprendistato professionalizzante. L’artigianato è una fonte di occupazione dalle grandi potenzialità.

La Regione Basilicata, già da quindici anni ha posto in atto misure per aiutare le famiglie in difficoltà ed i lavoratori che avevano esaurito gli ammortizzatori sociali. E’ stata la prima regione in Italia a utilizzare fondi propri, le royalties, per una operazione di largo sostegno alle fasce più deboli. Il reddito di cittadinanza intervenendo su questo aspetto, ci offre l’occasione per indirizzare la spesa sinora sostenuta verso un ulteriore potenziamento del welfare attraverso la revisione del programma regionale di reddito d’inserimento lungo due nuove direttrici: i progetti di assistenza sociale e i progetti di turismo ambientale e culturale.

Nel dibattito pubblico sulle ragioni della persistenza dei divari tra il Nord e il Sud d’Italia l’attenzione è da sempre focalizzata sulla dimensione economica; il deficit di crescita del Pil è considerato la principale anomalia del Mezzogiorno. Il Mezzogiorno, la Basilicata, oltre che per il PIL, soffrono di una vistosa disuguaglianza di opportunità e di dotazione di servizi pubblici di base (scuole, presidi sanitari, poste, servizi socio assistenziali, ecc.) che persiste da tempo, non giustificabili e socialmente insostenibili. La carenza di condizioni minime di servizio – in termini di disponibilità, accessibilità e qualità di servizi alla persona, di fornitura di acqua e luce, di sicurezza sociale, di smaltimento dei rifiuti, di qualità dell’istruzione, di trasporto pubblico – determina una situazione di disagio sociale che deprime le potenzialità di sviluppo, alimenta rassegnazione e sfiducia e determina la fuga dei giovani lucani. Il problema prioritario che dovremo affrontare sarà rimuovere questo deficit per accrescere la quantità, l’accessibilità, la qualità e l’efficienza di un sistema di servizi pubblici calibrati sulle carenze e i bisogni specifici dei luoghi. È nostra intenzione attivare uno specifico programma strutturale di sostegno dedicato ai giovani lucani per sostenere il loro percorso di crescita in regione, la cui fattibilità è stata già accertata commissionando ed acquisendo una specifica analisi. In questo senso si inquadra “Capitale Futuro – fondo straordinario di accompagnamento e sostegno ai giovani lucani”, il programma finanziato con royalties del petrolio, fornirà ai giovani lucani per ciascun anno, dalla nascita al diciassettesimo anno, una provvista finanziaria ad integrazione del reddito familiare. Al compimento del diciottesimo anno la provista finanziaria sarà più cospicua e sarà destinata a sostenere la prosecuzione degli studi o l’avvio al lavoro.

Quando si parla di lavoro è necessario ed urgente mettere in campo misure finalizzate al reinserimento lavorativo di coloro che hanno perso il lavoro e appartengono ad una fascia di età considerata dal mercato non più competitiva. In tale senso, per incentivare l’assunzione di over 35, prevedremo in maniera strutturale nei nostri strumenti di incentivazione alle imprese delle premialità.

La nostra regione ha bisogno dell’energia e della creatività dei ragazzi. E’ nostro dovere cerare un ambiente adatto all’affermazione sociale e professionali dei giovani laureati lucani. Vogliamo che restino o che tornino per dare valore ai territori ed entusiasmo alle comunità.

RITORNO SERENO
è il programma dedicato ai giovani laureati lucani dai 22 ai 28 anni che decidono di tornare o di restare in Basilicata. Il programma, oltre ad una serie di strumenti formativi e di tutoring mirati alla semplificazione dei processi e al sostegno dell’ autoimpiego, prevede due azioni differenti:

– IMPRESA: contributo regionale per l’abbattimento totale delle tasse sul reddito per 3 anni per tutti i giovani neo-laureati residenti in Basilicata, che decidono di avviare un’impresa in Basilicata
– LAVORO: contributo regionale per l’abbattimento totale delle tasse sul lavoro per 3 anni per tutte le imprese lucane che assumono a tempo indeterminato un giovane neo-laureato

Il programma avrà una dotazione finanziaria importante, tra i 50 e i 100 milioni di euro in tre anni, per impattare su 5000 giovani lucani