Tutto questo potrà essere possibile se la “macchina” amministrativa Regionale, come si diceva in premessa, si sottoponga anch’essa, ad una necessaria riorganizzazione e rifunzionalizzazione dei singoli dipartimenti n chiave moderna valorizzando le diverse competenze e professionalità attraverso un sistema di maggiore responsabilità e trasparenza chiamando tutti ad una più puntuale partecipazione all’attuazione dei programmi definiti, anche attraverso la rivisitazione del sistema degli incentivi legati ad obiettivi definiti nell’ambito della contrattazione di secondo livello. La funzione politica di programmazione, indirizzo e controllo non può arrendersi ad una impostazione burocratica dell’Amministrazione Regionale che rende il lavoro inutilmente prodotto se i tempi della sua realizzazione diventano “biblici” o se al cittadino si chiede di attendere che 10 uffici producano ognuno un parere.

L’attuale strutturazione dell’apparato Regionale va rivisto, snellito, sburocratizzato e reso più corrispondente alle attese del cittadino. Nei primi mesi della nuova legislatura sarà costituito un gruppo di lavoro che dovrà disegnare la nuova struttura amministrativa della Regione. Una delle nostre priorità sarà l’attuazione del piano dei fabbisogni assunzionali con l’avvio dei processi di assunzione con riserve dedicate ai precari in conformità ai dettami della legge Madia. Una cesura con le assunzioni emergenziali che finiscono col determinare nuovo precariato deve essere la coerente premessa di un’azione che porta a stabilizzare la gran parte dei giovani che a diverso titolo prestano la loro opera nella regione e negli enti locali.

Il programma è pieno di proposte innovative e di azioni concrete e coerenti con le impostazioni generali dato al lavoro della nuova legislatura. Condividere il buono che è stato fatto, valorizzare il buono che c’è e che ancora aspetta di entrare in gioco! Sulle politiche industriali che sono state messe in campo, e che hanno goduto di un vasto consenso delle forze datoriali e sociali, i risultati verranno. In questo senso sono state affinate azioni operative che rafforzano l’agibilità e la fruibilità degli interventi. Una incentivazione che guardi alla grande industria, agli accordi nazionali, alle filiere, significa dire nò all’improvvisazione ed all’avventura e introdurre il principio di competenze e di capacità accertate. Così come la messa in sinergia dell’industrializzazione con i momenti di ricerca e di alta formazione significa assicurarsi la presenza della regione lì dove si pensa e si progetta il nuovo. Noi non ci curiamo di etichettare questo programma di lavoro in termini di suggestione: è innovativo nelle azioni e nei settori che si presentavano deboli, è rafforzativo e continuativo nelle azioni che hanno segnato il nuovo nelle politiche ambientali, in quelle del marketing turistico, in quelle, appunto, della politica industriale. Dobbiamo fermare l’industria del vento, dobbiamo fermare l’abuso del nostro territorio, dobbiamo dialogare con le grandi imprese pubbliche affinché capiscano che è loro interesse in questa regione ritornare allo spirito delle partecipazioni statali, cioè al perseguimento dell’interesse della comunità in cui operano, e non solo al lucro d’impresa. E’ su questo che si misureranno le nuove relazioni industriali.

Per quanto ci riguarda tute queste azioni individuate non possono avere successo se non si lavora ad un concetto di etica pubblica che deve entrare nel sangue vivo dell’amministrazione regionale: correttezza, trasparenza, serietà di comportamenti dovranno essere garantiti da regole nuove e da strumenti di verifica e di controllo, nel segno di un nuovo messaggio nel quale la meritocrazia, i diritti collettivi e quelli individuali, la trasparenza delle azioni costituiscano il primo gradino di un percorso di recupero della fiducia dei cittadini lucani.